Indirizzo Scientifico e Metodologico
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- Pubblicato: Martedì, 04 Novembre 2014 19:19
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L’ Indirizzo Scientifico e metodologico del Centro |
Scheda sintetica |
Il Centro di Psicologia e Psicoterapia fa riferimento in primo luogo ai principi della teoria e della tecnica psicoanalitica di Joseph e Anne-Marie SANDLER, elaborati attraverso il lavoro clinico e di ricerca presso la Hampstead Child Therapy Clinic di Londra, fondata da Anna Freud, figlia del creatore della Psicoanalisi, Sigmund Freud.
In secondo luogo fa riferimento ad un altrettanto importante e laborioso lavoro di studio, di ricerca e di attività clinica del Centro Studi Psicoterapia – Via Ariosto 6 – Milano. Centro col quale Joseph ed Anne-Marie Sandler hanno collaborato a lungo.
Pertanto i principi ispiratori del Centro si basano sulla teoria e tecnica psicoanalitica freudiana.
Il modello di Psicoterapia proposto, verte sulla relazione interpersonale che necessariamente si instaura fra il terapeuta ed il paziente. E’ a partire da questa che si sviluppa la potenzialità terapeutica, in presenza delle seguenti caratteristiche.
1) La prima riguarda l’ “Alleanza di lavoro” che terapeuta e paziente instaurano reciprocamente. Sul versante del paziente questa deve tendere a rafforzare in lui il desiderio di occuparsi di sé, dei propri problemi e di superare le difficoltà (resistenze) che spesso caratterizzano il percorso medesimo. Sul versante del terapeuta, la empatica comprensione e la esplicitazione dei conflitti del paziente (interpretazione) fa sì che egli abbia costantemente a cuore e stia appresso ai sentimenti del proprio paziente.
2) La seconda riguarda la necessità – da parte del terapeuta - di mostrare al paziente questi suoi sentimenti, di qualunque natura essi siano, al fine di attivare in lui il desiderio di accettarli e di conviverci nel migliore modo possibile, di non sentirli estranei o nemici, ma quali parti integranti di sé.
3) La terza riguarda la possibilità per il paziente di conoscersi meglio dando un senso ai propri accadimenti presenti , attraverso un lavoro di comprensione degli accadimenti passati, significativi e responsabili del suo funzionamento attuale.
4) La quarta riguarda la necessità che il paziente non possa essere considerato alla stregua di un soggetto di studio, ma che debba essere intrattenuto dal terapeuta come una persona che porta con sé un proprio dolore psichico e una difficoltà nel sapersi districare nel groviglio dei propri accadimenti interni ed esterni. Non è improbabile che egli riesca ad affrontare meglio o a superare tali difficoltà, nel momento in cui sente che c’è qualcuno al suo fianco che si occupa veramente di lui, privilegiando il suo benessere e la sua sicurezza.
5) Infine, la opportunità che non manchi una genuina comprensione del suo dolore, facendogli sentire che sono rispettate e tenute in considerazione le sue modalità, i suoi tempi e le sue difficoltà sia dentro che fuori la terapia. Tutto ciò, comunque, in un clima di austera neutralità che deve caratterizzare tutto il lavoro psicoterapeutico, nella convinzione che il paziente ha dei valori e principi che lo contraddistinguono e che possono discostarsi da quelli del terapeuta. Credo che soltanto in questo modo si creino i presupposti per una crescente individuazione e separazione, in totale autonomia dal terapeuta medesimo.
dr. Carlo Anghinoni
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